Confcommercio ha avviato nel 2016 un osservatorio sulla demografia delle imprese nelle città italiane al fine di monitorare nel tempo l’andamento degli esercizi commerciali e delle attività di alloggio e ristorazione così da poter cogliere i cambiamenti della rete comunale di servizi al consumatore. In particolare si studia l’evoluzione della demografia dell’impresa distinguendo due aeree principali “centro storico1 ” (CS) e “Non centro storico”(NCS).
Con il contributo di Si.Camera (Agenzia delle Camere di commercio) sono stati osservati 120 comuni, di cui 110 capoluoghi di provincia e 10 comuni non capoluoghi più popolosi, escludendo le città di Milano, Napoli e Roma. Per i 120 comuni è stato analizzato, dal 2008 al 2019, l’andamento dello stock:
- delle imprese del commercio al dettaglio di 13 categorie merceologiche (tra cui alimentari, rivendite tabacchi, farmacie, carburanti, computer, telefonia, libri, giocattoli, tessili, abbigliamento, ferramenta, mobili, commercio ambulante);
- degli alberghi e delle attività di ristorazione.
Per la Sardegna sono stati analizzati i comuni di Cagliari, Carbonia Iglesias, Nuoro, Lanusei, Olbia, Sassari, Tempio Pausania ed Oristano.
Lo scenario del decennio dal 2008 al 2019 conferma ciò che è già sotto gli occhi di tutti.
In tutte le città e cittadine del campione, le imprese del commercio al dettaglio, quindi negozi di abbigliamento, giocatoli, libri, ferramenta mobili ed anche esercizi specializzati come computer, telefonia, tabacchi farmacie e carburanti, registrano una flessione.
Cagliari registra un saldo negativo dell’11% per le imprese in centro storico e del 2% non in centro storico; Carbonia perde in centro storico l’8,90% e il12% non in centro storico. In particolare la categoria degli esercizi specializzati di articoli per la casa, quali tessili, ferramenta, tappeti, forniture elettriche o mobili perde il 15,03%.
Non va meglio nel Comune di Iglesias che registra -2,17% in centro storico e il -5,06% non in centro storico.
Negli altri capoluoghi Nuoro (CS -3,66 NCS-1.65%) Oristano (CS -4,32 e -2,12% NCS) e Sassari il copione si ripete. In particolare la principale città del nord Sardegna riporta il peggior dato in centro storico, perde infatti il 13,80% e l’8.21% non in centro storico.
Anche Tempio riporta indici negativi ( -4,51% in CS) più preoccupanti per l’area diversa dal centro storico ( -22.41%)
Meglio Olbia che registra -4,18% in centro storico ma un dato positivo +6.52% al di fuori dell’area storica dedicata allo shopping.
Categoria |
DATO% |
|
Commercio al dettaglio |
CS |
NCS |
Cagliari |
-2,08 |
-0,8 |
Carbonia |
-8,9 |
12,24 |
Iglesias |
-2,17 |
-5,06 |
Lanusei |
-7,07 |
65,52 |
Nuoro |
-3,66 |
-1,65 |
Olbia |
-4,18 |
6,52 |
Sassari |
-13,8 |
-8,21 |
Tempio |
-4,51 |
-22,41 |
“È un sintomo grave, dice Nando Faedda- Presidente di Confcommercio Sardegna- siamo ben consapevoli che le imprese del commercio sono in difficoltà e in molti sono costretti ad abbassare le serrande. Il fenomeno evidenziato dallo studio in realtà è molto più vasto e generale; nel settore commercio da gennaio a settembre 2019 sono scomparse 1024 imprese. Il dato quindi non ci sorprende, è necessario attivare politiche di incentivazione per l’adeguamento delle imprese al rapido cambiamento che la digitalizzazione imprime ai modi di vivere, produrre, acquistare e comunicare. Per contrastare il crescente fenomeno dei negozi sfitti, ancor più evidente nei centri storici, è necessario attuare politiche di rigenerazione urbana innovative e favorire l’integrazione tra i vari livelli di governo e tra imprese e associazioni.”
Crescono di due cifre invece le attività di alloggio e somministrazione in tutte le città prese a campione.
Categoria |
Dati% |
|
Alberghi, bar, ristoranti |
CS |
NCS |
Cagliari |
18,2 |
16,7 |
Carbonia |
11,45 |
10 |
Iglesias |
11,49 |
15,23 |
Lanusei |
13,84 |
n.p |
Nuoro |
7,13 |
14,53 |
Olbia |
15,74 |
17,58 |
Sassari |
9,97 |
13,94 |
Tempio |
2,21 |
21,18 |
CS = Centro Storico; NCS = Non Centro Storico |
Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati SI.Camera |
“È evidente- dice Faedda- che il cambio delle abitudini sociali e l’aumento dei pasti fuori casa favorisce il settore della somministrazione. Anche il mondo della ricettività va crescendo a dimostrazione che sostenere la crescita turistica è importante. I flussi turistici fanno crescere il PIL in un arco di tempo breve e con un generale miglioramento dei contesti sociali. Bisogna però prestare attenzione, la crescita del comparto non è la panacea di tutti i mali; si dovrebbe evitare di sostenere o dare vita a forme di concorrenza sleale legittimando l’operato di chi per arrotondare il reddito, opera in deroga ad esempio a norme fiscali, sulla sicurezza e toglie lavoro a chi invece lo crea.”
“Ricordiamo infine che, a partire dalla rinnovata intesa con ANCI per la rigenerazione urbana, Confcommercio Sardegna è disponibile per favorire la promozione di accordi tra la rete del Sistema Confcommercio e le Amministrazioni comunali, anche con il coinvolgimento di ampi partenariati locali, per realizzare progetti che valorizzino il commercio come parte integrante dello sviluppo e dell'identità urbana, secondo logiche di co-progettazione della città”.
1 Nota: Al fine di individuare i centri storici dei 120 comuni oggetto di osservazione si è provveduto a costruire una lista puntuale di vie afferenti ai centri storici prendendo come fonte di riferimento il portale Geoplan (www.geoplan.it).